Enrico Zandonà nuovamente padrone dello Slalom Sette Tornanti
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Con una seconda manche da incorniciare Enrico Zandonà a Candriai ha piazzato la zampata che gli ha consentito di vincere la nona edizione dello Slalom Sette Tornanti e di iscrivere per la sesta volta (l’ultima era stata nel 2018) il proprio nome in un albo d’oro nel quale la fa da padrone. Il pilota veronese ha ormai trovato il giusto feeling, su un tracciato che conosce perfettamente, anche con la nuova Wolf Thunder GB08, al cui sviluppo lavora da due stagioni, e con il punteggio di 130,18 è riuscito a tenere a 51 centesimi di distanza Alessandro Zanoni (Gloria C8P), al quale non è bastato imporsi nella prima e nella terza manche (quella del tempo da secondo gradino del podio) per esultare, dato che in classifica fa fede solo il miglior crono di giornata. Si è trattato di un bel duello, nel quale ha cercato di inserirsi il trentino Thomas Pedrini (Radical Prosport), sempre più calato nella parte di protagonista in questo tipo di gare, che ha chiuso al terzo posto con il punteggio di 131,97, fissato nell’ultima salita e che gli è valso il successo nel gruppo E2 SC. Una prova di sostanza, che gli ha permesso, dopo aver toccato un birillo nella prima e aver staccato il quarto tempo nella seconda, di tenersi dietro uno dei favoriti di giornata, il varesotto Davide Piotti su Osella PA 8/B, il quale deve quindi rimandare ancora l’appuntamento con il primo successo alle pendici del Monte Bondone: il varesotto ha fissato il suo 132,46 nella terza ascesa.
Si è trattato di un’edizione fortunata sul piano meteorologico, dato che la pioggia è caduta solo dopo il termine della gara, una sfida nella quale i 55 partenti sono stati un po’ frenati da alcuni tratti di asfalto nuovo particolarmente scivolosi, pur divertendosi moltissimo grazie ad un tracciato che poche gare di questo tipo possono vantare. Scorrendo la top ten, corre poi l’obbligo di evidenziare l’ennesima buona prestazione del meranese Roman Gurschler su Fiat 500 L (132,57), giunto ad un soffio da Piotti e pure dal podio (appena 60 centesimi), che chiude il pacchetto dei top driver di giornata. Un po’ più staccati troviamo Paolo Cornelli su Formula Gloria, sesto con 134,70 punti, Stefano Repetto su Fiat 500, settimo con 136,62 punti, Gerold Rainer su Gloria Kit Evo, ottavo a quota 137,33, Luca Veldorale su A112, nono con 139,33 punti e lo scatenato Matteo Togn, trentino, il cui perfetto feeling con la fidata Golf Gti 16v gli ha permesso di bloccare il cronometro sul 143,92, giusto davanti a Harald Freitag su Opel Kadett C GTE, che ha vinto nel gruppo E1 Italia.
Spostando l’attenzione proprio sui gruppi, a imporsi nell’A è stato Kevin Lechner su Bmw M3, che ha preceduto Dietmar Gschnell su Peugeot 106 Rally e Fabio Branchi su Peugeot 106 Rally. Nell’altrettanto nutrito Gruppo N successo di Christian Manzoni su Citroen Saxo Vts, davanti a Giovanni Tumminello su Peugeot 106 S16 e a Lukas Morandel su Renault Clio Williams. Nel gruppo Rs vittoria di Alex Leadrini su Honda Civic Ep3, nel gruppo Rs Plus successo per Stefano Kraner su Renault Clio Sport 2.0.
Con l’archiviazione di questa competizione si chiude l’impegnativa estate della Scuderia Trentina, che nel 2021 è riuscita a riproporre tutti e tre i propri appuntamenti stagionali, un bel segnale in vista di un futuro si spera meno tribolato per la gare motoristiche, dato che anche oggi gli organizzatori hanno dovuto fare forzatamente meno del pubblico, di solito assai folto sui 2,9 chilometri di questo percorso. Va infine ricordato che prima delle vetture in gara è salita, per quattro volte, la Chimera elettrica progettata, gestita e guidata dagli studenti dell’E-Agle Trentino Racing Team (un gruppo composto da settanta ragazzi iscritti alle facoltà di Ingegneria, Economia e Informatica dell’Università di Trento), ormai di casa allo Slalom Sette Tornanti.
Le dichiarazioni
«La nostra è una vettura in continua evoluzione, – spiega a fine gara il vincitore Enrico Zandonà – che dobbiamo ancora imparare a conoscere. Basti pensare che nella prima manche abbiamo adottato una serie di soluzioni che poi si sono dimostrate sbagliate, tanto che abbiamo dovuto fare subito marcia indietro. Ci siamo giocati tutto nella seconda, quella con le temperature più alte e con le gomme nuove, e la scelta ha pagato».
«Ho trovato un percorso diverso da quello dell’edizione 2019, – afferma Alessandro Zanoni, secondo classificato – perché serviva “grip” e io non l’ho ottenuto dalla mia vettura. I cambi di assetto della seconda prova non hanno pagato e nella terza abbiamo comunque dato tutto, quindi non ci sono rimpianti».
«È vero che nella prima manche ho urtato un birillo, – spiega Thomas Pedrini – ma comunque quel tempo non sarebbe stato sufficiente per arrivare secondo, quindi, considerando il fatto che ho usato una vettura che non era stata toccata dopo la gara sul Nevegal, posso ritenermi soddisfatto. Questo è un ottimo podio».